L'ARRIVO DEGLI ARABI E DEI PIRATI SARACENI


LA STORIA SEGRETA DEGLI ITALIANI (parte 41)
L'ARRIVO DEGLI ARABI E DEI PIRATI SARACENI
Nel 781 Carlo affidò il Regno d'Italia, al figlio Pipino. Il papa, ormai distaccato dall'Impero d'Oriente (i Super Sapiens di Enlil) incoronò Carlo Magno, suo protettore, «Imperatore dei Romani» (800), nacque così l'Impero carolingio. Pipino avviò varie campagne di espansione verso nord, ma morì nell'810.
Nello stesso periodo vari domini dell'Impero bizantino (Semidei Enliliani) abbandonati di fatto da un vera amministrazione che a distanza evidentemente faceva fatica a funzionare, incominciarono ad acquisire sempre maggiore autonomia: Venezia, la Sardegna e i ducati campani si emanciparono, eleggendo governatori locali senza svolte violente.
Nel IX secolo gli Arabi incominciarono a sferrare varie incursioni nel Mediterraneo occidentale, conquistando gradualmente (tra 827 e 902) la Sicilia e attaccando più volte i territori bizantini quelli ancora appartenenti ai Super Sapiens Enliliti, gli optimates, nell'Italia meridionale.
Sulle coste della penisola e delle isole incominciano a essere costruite le torri di avvistamento per poter allarmare tempestivamente le popolazioni dell'arrivo dei pirati saraceni (clan di uomini adamiti che liberi dall'oppressione dei Super Sapiens scorazzavano per i mari facendo razzie).
Sotto la dinastia macedone, i Super Sapiens bizantini riuscirono a cuperare terreno in Puglia, Basilicata e Calabria, raggiungendo il massimo della sua potenza sotto il governo del Semidio Basilio Boianne.
Per quanto riguarda il regno d'Italia all'interno dell'Impero carolingio, il titolo di re d'Italia venne detenuto inizialmente dagli imperatori carolingi (Super Sapiens Enkiti), ma con la dissoluzione dell'Impero carolingio (887) i territori del Regnum Italiae finirono in una sorta di anarchia feudale: tra l'888 e il 924 il titolo di re, al quale tuttavia non corrispondevano reali poteri, fu conteso fra numerosi feudatari locali, sia di origine italiana sia provenienti da regioni limitrofe.
Anche il papato fu coinvolto in queste lotte, mostrando spesso un atteggiamento poco coerente.


 

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"...siamo i pagliacci e voi i bambini..."