Sulla stupidità del "BENE" comune e la sua noiosa propaganda psicologica. Ci scrive Jung:
«Naturalmente io non intendo contestare del tutto il principio secondo cui il fine giustifica i mezzi, devo tuttavia ribadire che la persuasione delle masse in vista di un fine che si considera un bene compromette il fine stesso, poiché in fondo non è altro che propaganda psicologica, la cui efficacia si affievolirà nuovamente alla prima occasione.
Gli innumerevoli discorsi e articoli sul “rinnovamento” sono inefficaci, si risolvono in un chiacchiericcio che non fa male a nessuno e che annoia tutti quanti.
Affinché si muti l’intera realtà deve prima mutare l’individuo singolo.
Il bene è un dono e un’acquisizione individuale; in quanto suggestione di massa è una mera ubriacatura che non ha mai avuto valore di virtù.
Il bene può essere raggiunto solo dal singolo come sua prestazione individuale. Non c’è massa che possa farlo per lui.»
(C.G.Jung - Commenti sulla storia contemporanea - 16 novembre 1946)
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