11 SETTEMBRE: LA VERITA' NEL LIBRO DI GRIFFIN

 


Un altro libro degno di essere letto sugli eventi dell'11 settembre e' il libro di Griffin, che appunto si chiama 11 settembre. Leggendolo capirete chee esiste una forte discrepanza tra le dichiarazioni e le ricostruzioni ufficiali dei comandi militari, e le numerose foto di dominio pubblico che testimoniano dei danni subiti dall'edificio del Pentagono in seguito all'attentato.
«Il fatto più evidente è che non essendoci altri segni di danneggiamento ai due lati dello squarcio, può esservi entrato soltanto il “muso” di un aereo [delle dimensioni di un Boeing 757]» (Griffin, cit., pag. 43). Se le cose stessero così, i vigili del fuoco avrebbero dovuto rinvenire i resti delle ali, motori compresi, sul prato circostante; il comandante dei vigili, al contrario, dichiarò, durante la conferenza stampa tenuta ventiquattrore dopo, di aver trovato «qualche frammento (…) non si trattava di parti consistenti (…) non ci sono pezzi della fusoliera, né niente del genere»
Perché i terroristi avrebbero colpito l'ala ovest del Pentagono?».
Un pilota in grado di effettuare la manovra che portò il Boeing a schiantarsi – da più di 2000 metri d'altezza – sulla facciata inferiore dell'edificio governativo, avrebbe potuto scegliere un bersaglio più devastante, centrando con molta facilità il tetto e causando forse molte più vittime. Come scrive il “Los Angeles Times”: «[l'ala ovest] era l'unica ala del Pentagono dotata di sistema antincendio automatico e ristrutturata con una fitta maglia di pilastri e travi d'acciaio (e finestre antideflagrazione) per resistere alle esplosioni di eventuali bombe (…). Nell'area più colpita normalmente avrebbero lavorato 4.500 dipendenti, mentre quel giorno, a causa dei lavori non ancora terminati, non ne erano presenti più di 800».
Tra le vittime si contò un solo generale; tutti gli altri erano civili, molti dei quali operai addetti ai lavori edili.
(Continua...)


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