Il 5 maggio 1821 moriva Napoleone Bonaparte e Raskolnikov, in "Delitto e castigo" di F. M. Dostoevskij, si poneva il famosissimo dilemma esistenziale : "Napoleone o pidocchio?". Quanti di noi ci siamo chiesti che svolta dare alla nostra vita per non essere risucchiati dall'insignificanza di una condotta "fallimentare"? Raskolnikov pensò di risolverla uccidendo qualche "pidocchio" in nome di un bene superiore. Ma comprese presto di non avere abbastanza del cinismo di Napoleone da tenere a bada i tormenti della propria coscienza perché il raggiungimento di un bene imposto con la violenza è sempre male! È così che Raskolnikov apprese di essere - sostanzialmente - anch'egli un pidocchio. Ciò che non sapeva il nostro protagonista di "Delitto e castigo" è che nella campagna russa del 1812 Napoleone ossia colui che uccideva in nome di un bene più grande (uguaglianza, fratellanza e solidarietà) dovette affrontare non solo il freddo ed il gelo ma anche un'altra minaccia, più devastante : Il tifo petecchiale trasportato dai pidocchi annidati nei vestiti sporchi e non lavati dei soldati francesi. Morirono o si ammalarono 80 000 uomini, 50 000 solo per le malattie diffuse dai pidocchi! A dimostrazione del fatto che il male è come il pidocchio, si nutre delle nostre azioni!
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