L'IMPERO DI ROMA E L'ESUBERO DI UOMINI-SCHIAVI

 


LA STORIA SEGRETA DEGLI ITALIANI (parte 14)
L'ESUBERO DI SCHIAVI E LE TENSIONI SOCIALI

Il consolidamento del potere di Roma, porto' notevoli cambiamenti nella società romana: i contatti con i vecchi Super Sapiens sopravvissuti della Grecia che erano ancora sotto osservazione da Marco Porcio Catone detto il Censore, inviato da Mediolanum apposta per osservare che non ci fossero pianificazioni di altre sommosse, modificarono piano piano fino a distendersi.

Questo stato di pace generò una decadenza dei valori morali dell'intero gruppo di comando, testimoniata dalla diffusione di costumi e abitudini moralmente discutibili, che non poté non provocare la contrarietà dell'alto comando di Mediolanum, capeggiati da Catone il Censore (rientrato dalla Grecia).

I Super Sapiens avevano pianificato l'ordine societario piramidale, partendo da piccole realtà impiantate in territori circoscritti. I problemi connessi a un'espansione così grande e repentina che la Repubblica dovette affrontare furono enormi e di vario genere: le istituzioni romane, fino ad allora concepite per amministrare un piccolo Stato, non erano adatte per amministrare uno Stato che si estendeva anche oltre la penisola italica (Spagna, Africa, Grecia).

Le guerre affrontate avevano costretto alla "creazione" d'una quantità enorme di uomini destinati principalmente ad essere carne da macello per le battaglie, e dopo utilizzati come schiavi, questo portò a ripercussioni tremende nel tessuto sociale romano.

Infatti la crisi della piccola proprietà terriera, provocata dalla maggior competitività dei latifondi schiavistici (che ovviamente producevano praticamente a costo zero), determinò da una parte la concentrazione dei terreni coltivabili in poche mani di Semidei e una grande quantità di merci a buon mercato, dall'altra generò la nascita del cosiddetto sottoproletariato urbano (una sottocategoria sociale di uomini comuni). Parecchie famiglie costrette a lasciare le campagne si rifugiarono nelle città, dove non avevano un lavoro, una casa e di che sfamarsi dando origine a pericolose tensioni sociali.

A tentare una riforma che ponesse un rimedio alla crisi furono per primi i fratelli Super Sapiens Gracchi, ovvero Tiberio e Gaio Sempronio Gracco, il cui progetto di riforma prevedeva la limitazione dell'occupazione delle terre dello Stato a 125 ettari e la riassegnazione delle terre eccedenti ai contadini in rovina, oltre alla limitazione delle terre che le famiglie nobili potevano possedere a non più di 1000 ettari; i terreni confiscati furono distribuiti in modo che ogni famiglia tra gli uomini "normali" "comuni contadini avesse 30 iugeri (7,5 ettari).

Una tale riforma trovò però l'opposizione di molti Semidei, i cui interessi furono duramente colpiti, questi, impedirono l'attuazione della riforma e architettarono un piano per assassinare i due fratelli sempre della stessa stirpe del serpente.

(... Continua)

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