STORIA DEL BAMBINO TORTURATO NEL FAMOSO DIPINTO

 


Molti di voi avranno visto questo dipinto, ma pochi conosceranno la storia che vi e' dietro. Siamo a Trento, 23 marzo 1475. Un bimbo si allontanò inspiegabilmente da casa.
La madre, moglie di un conciatore della città, impaurita e angosciata lo cercò, accompagnata da un nutrito gruppo di persone, continuò le ricerche sino al sabato sera.
Le paure si trasformarono in realtà quando la mattina della domenica, Pasqua del 1475, un gruppo di ebrei si recò velocemente dal vescovo della città per avvisare d'aver trovato il corpo, martoriato, del bimbo nelle acque di un torrente nei pressi delle loro abitazioni, non lontano da quelle del conciatore.
Il corpo fu rinvenuto in condizioni terribili: l'assassino aveva spogliato il piccolo, lo aveva seviziato e infine aveva inflitto un considerevole numero di coltellate, chiudendo lo scempio con l'asportazione del pene e dei testicoli.
Bernardino da Feltre (beato francescano della chiesa cattolica) sostenne che gli ebrei che furono gli assassini di Cristo e colpevoli di esercitare l'usura fossero i maggiori indiziati di questo scempio.
Il principe vescovo, Giovanni Hinderbach, decise di ascoltare il francescano, e decine di altre testimonianze, tutti sostenenevano con forza la tesi che il bimbo era stato vittima di un omicidio rituale perpetrato dalla comunità ebraica.
L'accusa sottolineava che le violenze erano finalizzate alla raccolta del sangue di un bambino da utilizzare per impastare il pane azzimo per la Pasqua ebraica.
Gli ebrei furono agguantati dalle forze dell'ordine locali e condannati a morte. Contestualmente alla sentenza fu emesso un provvedimento che bandiva gli ebrei dalla città di Trento.
Quel bimbo, torturato e selvaggiamente ucciso, si chiamava Simonino.
Il popolo decise di adottarlo e venerarlo come beato.
Il culto del piccolo Simonino si diffuse rapidamente in Trentino e nei territori vicini.
Papa Benedetto XIV con la bolla papale Beatus Andreas, del 1755, ribadiva l'esattezza del processo e confermava la correttezza di dedicare a Simonino pubblico culto riaffermando che il martirio era avvenuto per mano degli ebrei in odio alla fede di Cristo.
Era usanza invocarlo a protezione dei fanciulli. La forte devozione comportò che, oltre all'annuale festa in onore del bimbo, ogni dieci anni si svolgeva una processione solenne con la salma del beato e dei simboli raffiguranti i presunti strumenti delle torture subite da Simonino portate in corteo lungo le strade di Trento.
Questo culto era chiaramente per ricordare il martirio del bambino ed il rito cruento ebraico che il suo povero corpicino aveva subito.
In tempi recenti però, nel 1965, si pensò bene (o si pensò male) di dichiarare il culto sospeso, finito, e dalla chiesa dedicata a San Pietro fu rimossa la salma del povero Simonino.
Questa decisione comportò l'abolizione della tradizionale processione per le vie di Trento ma di conseguenza la chiesa pote' riconciliarsi con la comunità ebraica.
La svolta della soppressione del culto di Simonino fece calare il silenzio sui fatti accaduti (poi la gente tendenzialmente ha sempre dimenticato alla svelta) sino a quando Ariel Toaff, rabbino e storico italo-israeliano, nel 2007 pubblicò un saggio dal titolo Pasque di sangue: ebrei d'Europa e omicidi rituali, dove ipotizzava devianze dalle norme della halakhah, la tradizione normativa religiosa dell'ebraismo, da parte di alcune comunità ebraiche ashkenazite (i super sapiens di cui abbiamo ampliamente parlato) relativamente all'astensione da ogni contatto con il sangue.
Dunque ufficialmente a voce del rabbino Ariel Toaff, furono gli stessi ebrei, a confermare il macabro rituale sul bambino ma precisarono che si trattava di una comunità Ashkenazita e non del popolo ebraico.
Come ricorderete questi Super Sapiens nel corso della storia si sono sempre nascosti tra gli ebrei usando la copertura "ebraica" come capo espiatorio, o proteggendosi additando le accuse come "antisemite" e ricorrendo poi tramite revisioni storiche o istituzioni come l'Onu (da loro creata) per promulgare leggi contro qualsiasi negazionismo.
In realtà dunque, non furono gli ebrei ad uccidere Simonino, ma la comunità Askenazita.
In seguito alla pubblicazione del libro del rabbino, si poteva già comprendere come questi gruppi di Super Sapiens, nascosti tra gli ebrei, avessero potuto utilizzare sangue umano per rituali magici.
Purtroppo però Il libro di Toaff fu ritirato dal commercio e l'autore si trovò al centro di una tempesta mediatica.
Della salma di Simonino non vi e' piu' traccia.
Se dovessimo azzardare ipotesi diremmo che gli assassini sono stati abili nel cancellare le prove.


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Considerate pura follia tutto quello che leggerete in questo gruppo se avrete la necessità di aggrapparvi alle Vostre certezze.
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"...siamo i pagliacci e voi i bambini..."