CRONOVISORE: LA LEGGENDA DELLA MACCHINA DEL TEMPO.

 


Padre Pellegrino Ernetti (deceduto nel 1994), monaco appassionato di fisica ed elettronica, iniziò a investigare, a partire dagli anni cinquanta, sulla possibilità di ottenere immagini e suoni del passato e nei primi anni settanta annunciò la scoperta di una macchina, successivamente denominata "cronovisore". L'ipotetica invenzione ebbe la sua notorietà nel 1972, quando "la domenica del corriere" riportò il testo di un'intervista a padre Ernetti sugli esperimenti che lo avrebbero condotto alla costruzione di un apparecchio da lui denominato macchina del tempo. Padre Ernetti - a colloquio con il giornalista spiegò come fosse giunto alla costruzione del cronovisore e quanto affermava di aver visto nel corso della successiva sperimentazione. L'apparecchio sarebbe stato realizzato in una serie di ricerche, svoltesi tra Roma e Venezia, a cui avrebbe collaborato una cerchia di dodici scienziati: gli unici nomi lasciati trapelare furono quelli di Enrico Fermi, Wernher von Braun e Agostino Gmelli. Il principio fisico che sovrintenderebbe al funzionamento di questa macchina si riassume nella teoria già approfondita da Tesla e successivamente anche da Ighina e Todeschini, secondo cui ogni essere vivente lascerebbe dietro di sé, nel tempo, una traccia costituita da una forma di energia nota come etere, frequenze. Tali tracce, in forma di energia visiva e sonora, non subirebbero col tempo una cancellazione definitiva, bensì una semplice attenuazione, rimanendo "impresse" nell'ambiente nel quale si manifestarono, (forse e' per la stessa ragione che possiamo giustificare l'apparizione di "fantasmi" o simili). Queste frequenze secondo Ernetti sarebbe possibile recuperare, egli affermò infatti: «L'intera elaborazione si basa su un principio di fisica accettato da tutti, secondo il quale le onde sonore e visive, una volta emesse, non si distruggono ma si trasformano e restano eterne e onnipresenti, quindi possono essere ricostruite come ogni energia, in quanto esse stesse energia.» Il cronovisore, secondo la descrizione dell'autore, consisteva di tre distinti componenti:una serie di trasduttori e antenne, in una lega di metalli non meglio specificati, garantiva la rivelazione di tutte le lunghezze d'onda del suono e della radiazione elettromagnetica. un modulo in grado di orientarsi sotto la guida delle onde sonore ed elettromagnetiche captate. una serie di dispositivi deputati alla registrazione delle immagini e dei suoni.
Ecco alcuni stracci che padre Ermetti riferi:
"...per prima cosa per verificare che quello che vedevamo fosse autentico. Così iniziammo con una scena abbastanza recente, della quale avevamo buoni documenti visivi e sonori. Regolammo l'apparecchio su Mussolini che pronunciava uno dei suoi discorsi... Presa dimestichezza con il dispositivo risalimmo nel tempo, captando Napoleone. Successivamente andammo nell'antichità Romana. Una scena del mercato di Traiano, un discorso di Cicerone... "
Sosteneva inoltre di aver assistito, a una rappresentazione, tenutasi nel 169 ac una tragedia del poeta latino Ennio che si riteneva definitivamente perduta, da lui trascritta proprio in quell'occasione.
Ernetti affermava di aver assistito anche alla passione e crocifissione di Cristo, le cui vicende sarebbero state da lui interamente registrate.
«Vidi tutto. L'agonia nel giardino, il tradimento di Giusa, il processo... il calvario.»
Della presunta ripresa è stata divulgata unicamente un'istantanea del volto di Cristo. Nel giro di pochi mesi però si scoprì che l'immagine altro non era che la foto di una scultura del Cristo in croce che si trova tuttora in un santuario.
Non esiste a tutt'oggi alcuna prova dell'effettiva realizzazione del cronovisore e del suo funzionamento, all'infuori delle parole del suo autore. Né è disponibile un'esposizione dei principi che ne permetterebbero il funzionamento. La macchina infatti non è mai stata dimostrata pubblicamente e lo stesso padre Ernetti, dapprima vago nelle descrizioni, a un certo punto della sua vita si chiuse in un riserbo assoluto sull'apparato.
Inoltre nessuno degli scienziati che avrebbero preso parte al progetto è stato mai in grado di fornire conferme o smentite: i soli tre nomi trapelati si riferivano o a persone che all'epoca delle dichiarazioni di Ernetti, nel 1972, erano già morte da tempo o, nel caso di von Braun, a una personalità vissuta in strettissima sorveglianza per motivi di sicurezza, prima dai nazisti e poi dagli americani, per tutta la sua carriera.
Quanto alla presunta trascrizione del Tieste di Ennio, la sua non autenticità sarebbe stata provata dalla studiosa Katherine Owen Eldred. La trascrizione infatti, se da un lato include quasi tutti i frammenti già noti dell'opera, dall'altro si rivelerebbe stranamente breve e i frammenti già noti, precedentemente stimati essere la decima parte dell'opera, coprirebbero invece ben il 65% dell'intera trascrizione. Inoltre nelle parti nuove ricorrerebbero frequentemente parole appartenenti a una lingua latina di gran lunga posteriore (250 anni) all'epoca della scrittura della tragedia.
La vicenda del cronovisore ha suscitato polemiche tra chi crede alla sua reale esistenza e chi invece non ne accetta l'esistenza in assenza di prove e argomentazioni verificabili.
Si dice che la chiesa abbia proibito a padre Ernetti di continuare a diffondere notizie sul cronovisore e che lo stesso sia tutt'ora conservato nelle segrete del Vaticano, difficile trovare traccia e prove di questo in rete ma lo stesso Sandro Pertini avrebbe partecipato ad una dimostrazione privata di questa "macchina del tempo" e che ne sia rimasto entusiasta...
Voi che ne pensate?


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