LA LUCE DEL SANGUE

 Dal sito dell' I R.C. 

di Umberto di Grazia

www.coscienza.org

La luce del sangue. 

La misteriosa facoltà della materia vivente di emettere radiazioni

(di Giocondo Protti)

L’uomo pensa sempre, anche senza accorgersene, alla soluzione di due problemi: pietra filosofale e elisir di lunga vita.

Vi ha pensato, vi pensa e vi penserà senza mai risolverli: cioè non arriverà mai alla grande sintesi.

Comunque per il principio della eterogenesi dei fini, l’uomo è arrivato a scopi diametralmente opposti a quelli che intendeva raggiungere, portando, nello stesso tempo, un forte contributo alla evoluzione del pensiero.

La ricerca della pietra filosofale, anziché alla fabbricazione dell’oro, ha portato a vedere meglio la struttura dell’infinitamente piccolo inorganico; la ricerca dell’elisir di lunga vita ha portato a conoscere più da vicino l’intima struttura e funzione della cellula.

Lungo queste due vie maestre non si sono avute soste, ma solo slittamenti di competenze: la ricerca della pietra filosofale, campo di azione del chimico, arrivando alla struttura dell’atomo, ha condotto gli studi in pieno dominio di competenza del fisico e del matematico; la ricerca dell’elisir di lunga vita è passata dal medico al biologo e da questi dal chimico al chimico-fisico.

La differenza sostanziale tra queste due vie percorse dal genio umano sta in ciò: che mentre nella struttura della materia inorganica lo studioso viene sorretto dal potente ausilio delle matematiche, nello studio della materia vivente le matematiche hanno invece servito meno, pur dovendosi riconoscere che anche il mio mondo biologico risponde alla legge suprema del rapporto, cioè del numero.

Nel mondo inanimato l’ausilio della matematica statica, esclusivamente confinato nella ripetizione fissa e nella fredda registrazione del fenomeno fisico, può portare il pensiero ad essere schiavo del fenomeno stesso e quindi a dolorose sorprese in contrasto con la realtà; nel mondo animato invece l’intuito che precede e sorregge la ricerca scientifica, perché la complessità e la non riproducibilità dei fenomeni biologici rendono praticamente di scarso valore l’ausilio della matematica.

Quando si verifica un processo di vera intuizione, allora l’intuizione coincide con la verità e in questo caso l’intuizione, superando ogni sistema e metodo di indagine , arriva di colpo o per gradi, infallibile, a presagire e a percepire l’essenza della verità, la quale si disvela per un processo aureo della mente che comprende e riassume tutte le matematiche; esempi: l’intuizione di Faraday sui processi di induzione elettromagnetica; l’intuizione di Avogadro che profetizza lo stesso numero di molecole in eguale volume di gas tenuti nelle stesse condizioni di temperatura e di pressione; l’intuizione di Semmelweiss e di Pasteur sulla origine microbica delle infezioni; l’intuizione di Mendeleiev sulla periodicità dei pesi atomici; l’intuizione di Arrhenius sulla dissociazione molecolare.

Se invece, una creduta intuizione si rivela in contrasto con la verità, ciò significa, semplicemente, che quella non era stata intuizione, essendo l’intuizione sempre, per definizione, un incontro con la natura e con i suoi ritmi.

Voler quindi negare valore a tutto ciò che non può essere espresso con formule matematiche è un irrigidimento mentale antiumano ed estremamente presuntuoso: non vi è alcun dubbio che l’universo debba rispondere alla legge del numero (e questa è l’intuizione) ma pretendere che i piccoli numeri a disposizione dell’uomo siano proprio quelli che regolano l’universo, questo è insensato e ateistico.

E’ certo quindi che l’intuizione può equivalere a altri metodi di ricerca. Senza contare che mentre nel mondo minerale, cioè inorganico, non entra mai come fattore influenzante la variabile anima, nei fenomeni biologici, specialmente umani, è sempre presente l’influenza determinante, inesorabile, degli ingranaggi nervosi e neuropsichici.

L’uomo, e con lui tutti gli organismi viventi, nasce, si muove e muore immerso nella biosfera, immerso cioè in un campo elettromagnetico che partecipa sia delle proprietà elettromagnetiche della terra sia di quelle dell’atmosfera: quindi tutti i perturbamenti di natura elettromagnetica si ripercuotono anche sugli organismi viventi i quali non possono non risentirne le influenze.

Da Ciò appare stupenda l’intuizione degli uomini primitivi che, indipendentemente da fini materialistici, hanno sempre considerato l’importanza del flusso degli astri sugli esseri viventi.

G.P.


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