GRIDA AL MEGAFONO E GLI VIENE APPLICATO UN TSO

QUANDO ESPRIMERE IL TUO PARERE TI COSTA UN TSO.
E’ quanto accaduto a Dario Musso, che con un megafono, nel suo paese, ha espresso critiche sul Coronavirus e su quello che sta succedendo, in termini sociali, in questo momento.
Ricorrere ad un Trattamento sanitario obbligatorio per una persona che manifesta il suo pensiero di libertà ci sembra davvero troppo.
Purtroppo non e' la prima volta che assistiamo alla "tolleranza zero" da parte delle forze dell'ordine verso chi osa contrapporsi. ...fossimo in un regime totalitario sarebbe magari normale ma in Italia? Nel 2020? In un paese che si definisce democratico?
Ovviamente, è lo stesso avvocato Musso che difende il fratello che dopo qualche giorno e molte proteste e' finalmente tornato a casa.
“Dopo il Tso illegale subito da mio fratello Dario, per ben quattro giorni non abbiamo potuto avere notizie concrete né sentire per telefono la sua voce. Ho dovuto combattere, subire umiliazioni, ingoiare rospi. Ma ora è tutto chiaro. Sono riuscito dopo quattro giorni a sentirlo per telefono. Il suo primo pensiero è stato: “Come sta mamma?”. È stato legato ad un letto, sedato ma cosciente, con la flebo, con il catetere, senza possibilità di andare in bagno, alimentato/imboccato dagli infermieri. Legato braccia e gambe al letto….
Su la NOTIZIA.NET Lillo Musso ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“Sono stati violati gli articoli 21 e 32 della Costituzione, gli articoli 33 e 34 della Legge 833 del 1978. In particolare, è stato disposto un Trattamento sanitario obbligatorio per iniziativa diretta di un sindaco per una manifestazione non autorizzata condotta con un megafono per le strade del paese. Un’aberrazione giuridica che non resterà priva di seguito. Non sussistevano i requisiti di legge per il Tso e gli atti già acquisiti difettano di motivazione. La questione sarà oggetto di interrogazione parlamentare”.
Recentemente anche Vittorio Sgarbi ha difeso la libertà di espressione e ha posto l'accento sull' efferato e barbaro metodo con cui il giovane e' stato costretto al silenzio, immobilizzato, sedato.

Sappiamo che il ragazzo e' un giovane brillante rapper perfettamente in gado di intendere e volere, sperando che si faccia luce sulla questione e che le responsabilità vengano gravate su chi le detiene, non possiamo che esprimere solidarietà alla famiglia Musso.

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