L'UOMO E' IMMORTALE, POI PERO' CI PENSA IL SISTEMA...

<<... Nella Natura non c’è nulla di impossibile a priori, a meno che non sia una contraddizione in termini. Non c’è nulla di impossibile, allora, nell’idea del prolungamento della vita, e della gioventù. Già la sola igiene ha fatto assai molto nel corso di una generazione, e le compagnie di assicurazione hanno fatto di conseguenza fortuna. Esaminiamo perciò molto da vicino la natura del problema. Consideriamo il corpo umano, perché esso decade. Ogni cellula in quel corpo è teoricamente immortale nel senso biologico. Essa può riprodurre se stessa senza danno. Le stesse Leggi della Conservazione della Materia e dell’Energia dimostrano che questo dev’essere così. Ogni cambiamento nell’Universo è compensato da un altro cambiamento.
Huxley dimostrò che i più semplici organismi sono infatti immortali. Essi crescono, si riproducono per scissione, crescono di nuovo, si dividono di nuovo, e così ancora attraverso i tempi, a meno che un qualche incidente non interferisca.
Ora, il molto più complesso organismo, l’uomo, può, per tutto quello che sappiamo, essere similmente immune al tempo. Almeno noi sappiamo questo, che la carriera dell’uomo è marcata da sfortunate disavventure, e che la somma di queste è la causa comune della morte. Pochissimi muoiono di vecchiaia pura e semplice. Tiziano stava dipingendo vigorosamente all’età di novantanove anni, e fu un’epidemia di colera che lo uccise.
Potrebbe facilmente essere che un uomo al riparo da ogni accidente possa vivere sino ad un’età ora supposta oltre il raggiungibile. Ma persino allo stato attuale delle cose, noi abbiamo parecchi casi di persone che hanno raggiunto i cento anni.
Comunque, domandiamoci cos’è che produce la senilità. Non maggiori accidenti, quali la febbre tifoide, sono necessari. È la lenta degenerazione per mezzo dell’avvelenamento, un minuto e impercettibile avvelenamento, che opera il danno. Sono gli eccessi a lungo preparati nel sistema tali come il Bright, il diabete, la gotta, il reumatismo, l’arteriosclerosi che contano. Perciò io chiederò al lettore di considerare ogni deposito di veleno nel sistema come un accidente, uno di quei minori accidenti la cui somma è morte. ...>>

(Aleister Crowley, A.M.R.I.T.A., Ediz. S.O.T.V.L., traduz. di Marzio Forgione)

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"...siamo i pagliacci e voi i bambini..."