LE ORIGINI DELLA PROPAGANDA ITALIANA

 


LA STORIA SEGRETA DEGLI ITALIANI (parte 47)
LA NASCITA DI UNA PROPAGANDA ITALIANA
Sullo sfondo della rivalità tra Guelfi e Ghibellini, si contrapponeva un crescente malumore popolare verso l'ingerenza dell'aristocrazia, cosi' in quegli anni, l'uomo comune trovava un senso di appartenenza piu' verso l'istituzione religiosa della Chiesa che quella amministrativa (anche se a dati di fatto in entrambi questi "enti" vi eano discordie e accese contese tra le due frange di Semidei).
Durante il XIII e il XIV secolo, molti intellettuali delle a noi note famiglie borghesi di Super Sapiens si posero come obiettivo quello di rieducare il popolo italiano, non attraverso la legge e ne tantomeno attraverso la religione ma bensi' attraverso la diffusione di una "cultura popolare" basata sulla scittura, la poesia, l'arte. Il fine era quello di riuscire a far comprendere in modo omogeneo all'orda umana comune, la necessità di un'unica governance.
Cominciò a diffondersi in tutta la nostra penisola un'unica lingua italiana volgare grazie sopratutto a Francesco Petrarca, che affiancò a varie opere scritte in latino alcune importanti composizioni in volgare italiano, ma anche Dante Alighieri, che rivoluzionò in modo profondo la letteratura italiana con opere come la Vita Nova e la Divina Commedia, universalmente riconosciuta come uno dei capolavori letterari di ogni tempo e ancora oggi studiata approfonditamente nelle scuole italiane. Da ricordare anche il contributo del fiorentino Giovanni Boccaccio, autore del Decameron, uno dei capolavori della letteratura italiana.
Forte è anche la fioritura dell'arte, con artisti come Giotto e Jacopo della Quercia.
Difficile dire a che corrente di pensiero essi appartenessero, se fossero propensi verso Enlil od Enki. Difficile dirlo dal mio punto di vista, ma credo che se qualcuno di voi fosse interessato a scoprirlo, basta fare delle ricerche sulle singole figure di questi artisti/intellettuali, sulla loro origine famigliare e sulle loro gesta, per comprendere a quale schieramento facessero riferimento.
Dobbiamo considerare questi noti peronaggi storici come i primi filososi ed opinionisti che oggigiorno troviamo dapertutto dalla televisione, alla radio ai giornali o nei libri.
Sciuramente non appartenevano alla plebe, all'uomo comune; sicuramente erano mossi da intenti superiori a quello che l'uomo del tempo (anche gli storici odierni aggiungerei) potesse comprendere.
Mentre l'uomo comune (noi), ragiona in termini di tempo di una vita, la sua, e spesso con pochissimo senso di prospettive di lunga durata, i nostri mandriani Super Sapiens, avevano imparato a ragionare con obiettivi di tempo decennali, secolari e forse millenari.
Ma sopratutto stavano imparando l'arte di propagandare un messaggio al fine da manipolare l'opinione pubblica.
(continua...)


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