LA SITUAZIONE IN VENEZUELA

Approfondimento sulla situazione del Venezuela: «L’80% vuole cacciare Maduro». Così sentite più volte nel servizio
Un po’ di storia recente del Venezuela come premessa per i più distratti a questo punto è necessaria. Dopo che il presidente Nicolas Maduro ha convocato l’Assemblea Nazionale costituente restituendo il potere al popolo, nel paese dal 30 luglio è tornata la pace e il dialogo. Dopo mesi di distruzioni, terrorismo, linciaggi e morti nelle strade ad opera di una destra violenta e fascista che per la terza volta (dopo 2002 e 2013) tentava la via violenta per la destituzione del legittimo Governo, lo sforzo di oltre otto milioni di venezuelani ha restituito al paese la pace, il voto e la tranquillità. Nelle elezioni regionali del 15 ottobre – proprio così, nella tremenda dittatura caraibica, si sono svolte elezioni libere e democratiche per l’elezione dei governatori come confermato da organismi quali il Ceela (Consiglio degli Esperti Elettorali dell’America Latina) e da osservatori internazionali (si veda a tal proposito la dichiarazione ufficiale degli osservatori spagnoli che l’AntiDiplomatico ha tradotto in italiano) – il popolo venezuelano ha dato fiducia al chavismo con 18 governatorati su 23 e un’affermazione su scala nazionale del 54%. Ai poveri fake media nostrani non è rimasto che invocare i brogli e la censura.

«Dittatura militare che reprime ogni libertà». Sentite più volte nel servizio farsa de le Iene
4 neo governatori su 5 dell’opposizione hanno deciso di sottomettersi all’Assemblea nazionale costituente e nel paese le solide basi di democrazia popolare e ‘protagonica’ continuano a rafforzarsi. Questo alle Iene non piace, ma ce ne faremo una ragione.

«Censura e nessuna libertà di stampa. Giornalisti costretti all’autoesilio»

Nel servizio si parla anche della condizione dei giornalisti venezuelani. Denunciando che gli operatori dell’informazione sarebbero costretti a lavorare sotto minaccia. Assolutamente falso. Anzi.In Venezuela a essere sotto minaccia sono quei giornalisti che vengono ritenuti vicini al governo. Un caso su tutti quello di Adriana Sivori di teleSUR. Ha rischiato di morire perché mentre si trovava a documentare l’ennesima manifestazione violenta organizzata dalle opposizioni fu colpita da un proiettile. Un giubbotto antiproiettile le salvò la vita. Storie come questa, però, potete esserne certi, non le vedrete mai sugli schermi di Mediaset. Mentre troverete senza dubbio le sparate mediatiche organizzate ad uso e consumo di un’opinione pubblica stordita dal bombardamento mediatico prodotto senza soluzione di continuità contro la Rivoluzione Bolivariana.
Sulla stampa e Tv in Venezuela, per il 70% abbondante in mano a gruppi editoriali ferocemente anti-chavisti, vi rimandiamo a questo approfondimento completo di Mision Verdad. «Qui sono morti i manifestanti uccisi dalla dittatura militare»
Sentite dire più volte nel servizio, sopratutto dalla migliore amica e dall’ex ragazzo della modella trasformata giornalista. Rigorosamente, gridano entrambi alla “crisi umanitaria” comodamente seduti in macchine da 100 mila dollari.
Si perché le violenze terroriste occorse in Venezuela dall’aprile a luglio del 2017 sono avvenute, al contrario di quello che ha cercato di far passare il mainstream, in pochissime e ristrettissime strade. Quelle dei quartieri ricchissimi in mano ai partiti di estrema destra. Ed è proprio lì che il servizio de le Iene si concentra. Piazza Altamira in particolare. Dove avveniva questo ogni giorno per mes. Avrete visto i deo pubblicati e letto la sua triste vicenda (leggi qui). I telespettatori di Mediaset e ‘Le Iene’ invece no.
Non sono a conoscenza delle tremenda sorte riservata al giovane Figuera. Lavoratore ambulante, Orlando Figuera si trovava a bordo di un bus in compagnia della sorella. Giunto ad Altamira – quartiere ricco di Caracas ed epicentro delle proteste violente – una guarimbas (barricata) costrinse tutti i passeggeri a lasciare l’autobus per proseguire il proprio tragitto a piedi. Una volta sceso dal bus, Orlando Figuera viene riconosciuto come chavista e per questo dapprima pugnalato e poi dato alle fiamme. Con la partecipazione determinante di un italo-venezuelano, il 32enne Enzo Franchini Oliveros, tutt’ora latitante. Evidentemente agli sciacalli dell’informazione che si definiscono ‘Iene’ non interessa la storia di un lavoratore morto dopo giorni di terribile agonia solo perché nero e chavista. A loro interessa solo infangare quello che definiscono ‘regime di Nicolas Maduro’, così come la memoria del Comandante Hugo Chavez. L’ineffabile duo inoltre ripropone inoltre svariate fake news propalate a spron battuto dal circuito mainstream per attaccare il governo socialista guidato da Maduro. In primis la narrazione di un governo tirannico intento a schiacciare ogni anelito di libertà con il pugno di ferro. Non fermandosi nemmeno dinanzi a morti cruente. Vengono citati i casi di 3 ragazzi che hanno perso la vita durante l’ondata di violenza golpista scatenata dall’opposizione: Fabian Urbina, Neomar Lander e Jose Vallenilla.
Riguardo la morte di Fabian Urbina, invitiamo a leggere queste 11 riflessioni scritte da Augusto Marquez di Mision Verdad. Una lettura che dev’essere accompagnata dalla visione del video pubblicato attraverso Twitter dalla giornalista di teleSUR Madeleine Garcia. Un filmato emblematico dove si vede il gruppo di cui faceva parte Urbina assaltare la Guardia Nazionale Bolivariana armi in pugno.
L’agente che ha aperto il fuoco è stato immediatamente condannato. Invece, Neomar Lander, trovò la morte perché maneggiava dell’esplosivo. Scriveva l’AntiDiplomaticolo scorso 8 di giugno: «Ancora una morte in Venezuela figlia della violenza cieca di un’opposizione golpista decisa a spodestare con ogni mezzo il legittimo governo socialista guidato da Nicolas Maduro. A cadere è il diciassettenne Neomar Lander, morto per l’esplosione di un bazooka artigianale oppure dell’esplosivo che voleva utilizzare contro la Guardia Nazionale Bolivariana schierata per impedire il passo ai manifestanti violenti dell’opposizione che avevano intenzione di raggiungere il centro di Caracas e in particolare il Consiglio Nazionale Elettorale (CNE). La manifestazione era in svolgimento a Chacao, nello Stato Miranda guidato dal uno dei leader della MUD, Henrique Capriles (…) C’è un video pubblicato sul proprio profilo Twitter dal fotoreporter Román Camacho che conferma come la morte del giovane manifestante sia avvenuta a causa dell’esplosione del bazooka artigianale o dell’esplosivo che stava manipolando e non a causa di un lacrimogeno lanciato dalle forze dell’ordine, come hanno cercato di far credere alcuni dirigenti dell’opposizione e media vicini alla destra». Anche la vita di Vallenilla è stata spezzata a causa della spirale di violenza terrorista innescata dall’opposizione golpista venezuelana. I colpevoli tra i poliziotti sono già stati condannati. Vi invitiamo a leggere con molta attenzione questo documento dove sono registrati tutti i 120 casi. È importante prima di emettere sentenze.

«La deputata più giovane dell’Assemblea Nazionale eroina della libertà»
Nel reportage viene anche presentata l’intervista a Marialbert Barrios. Previa sceneggiata di un presunto inseguimento di una Jeep che li seguiva fino al punto dell’incontro, il duo Zama-Rodriguez intervista colei che – qui i video – era tra i tre-quattro deputati del partito di estrema destra Voluntad Popular che quotidianamente pagava (PAGAVA) a fine giornata i golpisti che compivano durante la giornata gli atti di terrorismo contro edifici pubblici, ospedali infantili e tv di stato. Da quelle azioni sono morte decine di persone.

«Pianti ripetuti della modella mentre osserva persone che rovistano nell’immondizia»
Quanto possa essere di bassa speculazione mostrare persone che rovistano nei rifiuti lo dimostra questo video, girato in Italia, dove vi sono delle persone anziane atte a rovistare tra i rifiuti alla ricerca di cibo. L’emblema del fallimento delle politiche neoliberiste. Facciamo nostre le parole utilizzate dal portale della trasmissione televisiva venezuelana ‘Con El Mazo Dando’: «L’immorale paese europeo osa intromettersi negli affari interni del Venezuela, mentre costringe gli anziani a cercare cibo tra i rifiuti per nutrirsi. Dovrebbero imparare dal paese che tanto criticano o quantomeno copiare la Gran Misión en Amor Mayor, destinata a compensare il lavoro svolto da chi giunto alla terza età non aveva raggiunto i requisiti per la pensione dell’Instituto Venezolano de los Seguros Sociales (Ivss).
Nonostante tutti i blocchi economici e gli attacchi internazionali che ha ricevuto, lo stato bolivariano non ha mai cessato di servire il popolo attraverso diversi programmi sociali come la Misión Hijos de Venezuela, Hogares de la Patria, Madres del Barrio, Gran Misión Vivienda Venezuela, Barrio Nuevo Barrio Tricolor, creati per il benessere e la felicità dei venezuelani».

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