L'ARCHEOLOGIA ACCADEMICA E' CIECA.



 Curioso come l'archeologia accademica si rifiuti di prendere in considerazione l'ipotesi di una civiltà perduta, e attribuisca al caso tutti i parallelismi architettonici del passato, o come spiega quella mummia di J.Pier Adams, come i castori costruiscono le stesse dighe in tutto il mondo senza comunicare tra loro, anche l'Homo Sapien quando di fronte ad un problema, lo risolverà allo stesso modo a prescindere dal continente in cui si trova.
In tutta onestà mi fanno tenerezza questi accademici, senza la ben che minima idea delle proporzioni dello sforzo ingegneristico necessario ad erigere tali opere ciclopiche. L'analogia di J.P.Adams, specialmente in un contesto simile, è assolutamente fuori luogo, basti pensare alle enormi differenze con cui ogni popolo si è sviluppato, se infatti già tra Italia del nord ed Italia del sud ci sono sempre state diffrenze nell'architettura, tra un paese e l'altro le differenze saranno sempre più evidenti. Se le basi del suo ragionamento fossero fondate staremmo tutti parlando nella stessa lingua. Ciò che osserviamo in queste foto, nelle mura megalitiche poligonali, è invece un vero e proprio pattern, perché se ad ogni "Sapien" può venire l'idea di fare mattoni col fango, per lavorare pietre di diverse tonnellate con una precisione simile, dove ancora oggi dopo millenni non passa un capello tra una pietra e l'altra, ci immaginiamo che come minimo debbano aver avuto degli ottimi motivi per erigere opere simili, che in gergo ingegneristico si possono tranquillamente definire "over-engineered", ma non solo, perché per raggiungere questo livello di precisione non basta il tempo e la manodopera specializzata, con martelli i pietra e scalpellini in rame, come si ostinano ad affermare i nostri cari quaccademici; ciò che serve è tecnologia, una tecnologia di precisione, di cui purtroppo non c'è rimasta traccia, se non i segni lasciati sulla roccia stessa, che ad un occhio esperto dicono molto, e paradossalmente sono spesso identici ai segni lasciati dalle moderne seghe circolari o simili strumenti ad alte rpm, o nel caso del Moai incompleto gigante ad Easter Island e l'obelisco incompleto di Aswan, sembra che la pietra sia stata rimossa a cucchiaiate, con una tecnica che i migliori ingegneri al mondo non sono ancora in grado di spiegare. L'Accademia ci dice che usavano sassi di una pietra più dura, nel caso di Aswan in Dolerite, facendoli rimbalzare come palle da basket e togliendo circa un paio di millimetri al giorno...ridicolo.
Come se l'evidente similitudine e l'uso di tecnologie dimenticate non bastasse, tutti questi siti sono allineati, possiamo infatti, partendo da Easter Island, arrivare alla piana di Giza passando per Paracas, Nazca, Cuzco, Ollyantetombo e Macchu Pichu, poi in Africa passiamo per le terre dei Dogon, per Tassili N'ajjer, sito famoso per i suoi pittogrammi raffiguranti figure "aliene", e l'oasi di Siwa ed il tempio di Zus-Amon. Ma arrivati a Giza il viaggio continua, e passando per Petra, Ur, Persepoli, Mohenjo Daro (dove è stata trovata una forma di scrittura indecifrabile incredibilmente simile a quella di Easter Island), e poi in India, attraversando tutti quei siti che in passato erano considerati patria degli Dei, come Khajuraho, Pyay, Sukhothai ed Angkor Wat. Sul Pacifico, incrociando altri siti megalitici dell'ex continente Lemuriano, torniamo ad Easter Island. Curioso no? Ma se questa potrebbe anche passare per una coincidenza, il fatto che partendo dal complesso piramidale Azteco di Teotihuacan, passiamo per Giza ed arriviamo alla provincia di Shen-nsi nel Tarim Basin in Cina, con le sue dozzine di piramidi dove sono state trovate mummie caucasoidi risalenti ad almeno 2000 anni a.c., l'idea della coincidenza sembra sempre meno probabile. Ma non è tutto, perché Giaques Grimauld ha perso anni a studiare questi allineamenti, ed ha notato che anche le distanze tra i siti principali sono in relazione tra loro, infatti la distanza tra Nazca e Giza è la stessa che misuriamo tra Teotihuacan e Giza, lo stesso vale tra Angkor Wat e Nazca e Mohenjo Daro con Easter Island; ma ancora più incredibile, la distanza tra Easter Island e Giza equivale a 10.000 volte Phi, metre moltiplicando la distanza tra Angkor Wat e Giza per Phi otteniamo la distanza tra Giza e Nazca, che moltiplicata a sua volta per Phi ci dà la distanza tra Giza ed Angkor Wat.
Ecco, direi che per questo lunedì mattina può bastare, spero d'aver acceso il vostro interesse, con questo ennesimo pezzo di un puzzle sempre più complicato..
Tutte le immagini sono di Giaques Grimauld, prese dal suo spettacolare Revelation of the Pyramids.

BY NICK RUSSO















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